Con il Patrocinio del Comune di Mantova e  del Museo Diocesano Francesco Gonzaga

L'uomo: un corpo, una coscienza, una vita

Museo Diocesano Francesco Gonzaga – Mantova

Inaugurazione sabato18 ottobre alle 17.30 con aperitivo

Presentazione di Daniela Sogliani

Intrattenimento musicale del Maestro di flauto traverso Valeria Piva

Apertura da mercoledì a domenica 9.30-12.00 e 15.00-17.30, lunedì martedì chiuso

Manifesto Museo diocesano 2014 volantino thumb

Museo Diocesano Francesco Gonzaga - Mantova dal 18 al 25 ottobre 2014

"Installato nella mia vita, addossato nella mia natura pensante, conficcato in questo campo trascendentale che si è aperto sin dalla mia prima percezione...mi sento votato ad un flusso di vita inesauribile di cui non posso pensare nè l'inizio nè la fine: infatti, sono ancora io vivente a pensarli e così la mia vita si precede e sopravvive sempre.(M.Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione)"
E' da alcuni anni che l'artista Daniela Savini porta avanti la sua personale e autonoma ricerca lontano da influenze e mode sull'esistenza dell'uomo, come essere esistente, - la vita - nella sua riflessione religiosa filosofica e antropologica. Questa mostra ne è l'espressione e lo fa nei modi e modalità artistiche che le sono più congeniali a trattare un argomento così complesso e difficile da rendere artisticamente; sceglie volutamente un taglio figurativo-concettuale come d'altronde nelle volte precedenti ma più realistico direi più classico con il desiderio di riuscirvi, almeno in parte.
Si affronta la dicotomia fra corpo e l'io, che anela a qualcosa che va oltre la contingenza, alla  realizzazione di uno scopo come di un destino, un indirizzo, segnato insieme ai tratti ereditati con i propri geni e sovrascitto al momento dell'assemblaggio corpo e anima.
"All'inizio non è niente, sarà in seguito, e sarà quale si sarà fatto. L'uomo è soltanto, non solo quale si concepisce, ma quale si vuole, e precisamente quale si concepisce dopo l'esistenza e quale si vuole dopo questo slancio verso l'esistenza: l'uomo non è altro che ciò che si fa"(Sartre). Pertanto l'uomo è responsabile di quello che è, di quello che fa, su di lui ricade totalmente la responsabilità della sua esistenza. Da qui l'angoscia, anche se non tutti lo sono, e la profonda solitudine. Sentimenti provocati proprio dal fatto dell'avere percezione e coscienza di una vita, quindi della non vita e della non conoscenza dell'oltre. E' L'Orror Mortis come scrive Shopenhauer: "Cio che genera l'orror mortis non è affatto un'idea o un pensiero, bensì la cieca pulsione, la volontà di vita, che è l'essenza del nostro essere".
Il titolo della mostra è esemplificativo ed è composto da parole alcune chiave: da "un corpo": visivamente siamo incarnati in un corpo o involucro guscio come lo si vuole chiamare ma anche su questo si può discorrere a lungo, se volessimo riprendere gli antichi saggi, parlando di più strati o corporeità.
Poi dal termine "una coscienza": oppure anima, a cui molti non credono ma che studi scientifici hanno dimostrato la sua esistenza o perlomeno un'aura che va ben oltre la fisicità pura del corpo materico e che sopravvive ad esso. Ne è una, un gran dono, un tesoro tanto prezioso quanto la vita. Essa ci distingue dagli animali e ci dà la consapevolezza del nostro destino della temporalità e ad essa è legata l'intensità dell'angoscia o paura variabile secondo le fasi del ciclo di vita. Sartre "Nell'essere e il nulla" afferma: La coscienza è pienezza di esistenza e l'autodeterminazione ne è caratteristica essenziale. ...La coscienza è anteriore al nulla e "sgorga" dall'essere...Ch'essa è causa del proprio essere.
Infine da: "una vita": ma se si crede alla coscienza o anima si dovrebbe parlare di più vite o di vita oltre la vita quindi la non morte come le indagini di scienziati su corpi morti e recenti teorie di Robert Lanza vogliono dimostrare.
Tuttavia nel fare quotidiano l'uomo per ovviare a questi pensieri che si affacciano nei momenti in cui si è soli, di notte o nel silenzio dell'oscurità ha bisogno di qualcosa che vada al di là di se stesso, come si diceva in precedenza, che dia senso alla sua vita e che sia capace di dare spiegazione e motivazione alla sua esistenza da qui l'affetto, la famiglia o la fede in Dio.
Ecco l'artista Savini cerca di fare ciò, di capire chi è e di realizzare se stessa -Sartre dice: "L'artista si è formato, così come è, nello stesso tempo in cui dipingeva e che l'insieme della sua opera si incorpora con la sua vita". 

http://www.museodiocesanomantova.it/daniela-savini.html

http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=143834

http://www.undo.net/it/mostra/182517

http://www.csart.it/index.html?pg=36&idn=1021&from=5&stsa=841&stsg=0&ida=841&addthis=#.VEO9EWcsGPA

http://www.linkarte.it/news/?ID=8798

http://www.rivistasegno.eu/?ai1ec_event=daniela-savini-luomo-un-corpo-una-coscienza-una-vita&instance_id=151

 


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