Recensione di Rita Mascialino, Presidente di MEQRIMA: Accademia Italiana per l’Analisi del Significato del Linguaggio,
sulle opere esposte alla I Mostra d’Arte del Premio 2013 presso il Teatro Kulturni Center Lojze Bratuž in Gorizia.

Daniela Savini è Artista dall’attualissima e per certi versi anche audace visione del mondo. I suoi dipinti riflettono una visione del mondo articolata e profonda, ricca di fini risvolti simbolici.  Importante tra le ulteriori prospettive artistiche presenti nella sua produzione sono la sua visione sia dell’uomo attuale la cui crisi di valori identitari essa esprime nelle sue tele raffigurando un uomo non più sicuro di sé come un tempo, sia della donna attuale che acquisisce anch’essa nell’opera della Savini  tratti psicologici non più totalmente in linea con il suo passato tradizionale.
Nei cinque dipinti che ha esposto in questa I Mostra d’Arte del Premio Franz Kafka Italia ® ci dà un’interpretazione della crisi, diversamente vissuta, in cui si trovano i due sessi, maschile e femminile. Il Senza titolo delle sue opere è perfettamente adeguato a tale situazione di messa in discussione dell’identità dei due sessi, identità proveniente da tempi arcaici non più adatti alla realtà dell’epoca attuale. Vediamo in una delle più sorprendenti tele un volto dai capelli grigio argento con capigliatura per metà di taglio corto maschile secondo criteri della norma borghese da più di un secolo, per metà di foggia rotondamente femminile, così che l’identità del volto stesso è maschile e femminile insieme: un uomo non del tutto maschio, una donna non del tutto femmina, in un avvicinamento dei due sessi quanto a personalità che è tipico del nuovo millennio e forse ormai necessario ed anche dato di fatto ineliminabile. In altri dipinti si vedono uomini con il volto ritratto solo in parte, ossia senza la fronte e gli occhi, occhi che sono quanto più esprime la personalità e l’identità in un essere umano. L’uomo è in camicia senza cravatta, o in maglietta, comunque senza il simbolo fallico per eccellenza che sempre ha portato con orgoglio e che ora sempre più dimentica a casa, quasi non si senta più all’altezza di tale simbolo impegnativo. Oppure il nodo della cravatta è morbido, cascante o visibile solo in una metà, insomma è sempre in discussione. La donna anche ha subito un mutamento nei dipinti della Savini.
Nel dipinto esposto nella Mostra si tratta di una donna dalla grande bellezza del corpo femminile e dei tratti del volto, ma nel contempo dallo sguardo determinato, quasi noncurante della bellezza stessa di cui è portatrice, una donna diversa dalla donna del passato, impostata tutta sulla bellezza con cui conquistare un uomo, impostata alla modestia dello sguardo, ma diversa anche dalla donna del presente per come ci viene offerta dagli standard attuali, tutta protesa ad esprimere la propria bellezza senza sguardo modesto, ma pur sempre al servizio del maschio. Non così la donna della Savini: bella ed anche bellissima, ma indipendente dal piacere o non piacere ad un uomo, osservatrice, indagatrice come indica lo sguardo pensoso, improntata a vivere la sua vita liberamente, secondo propri canoni di giudizio, non asservita a niente e a nessuno, ma solo alla propria mente intelligente e al proprio ineliminabile cuore di donna collegato indissolubilmente ai segni somatici della maternità.

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