Biblioteca Comunale -Affi e la Galleria Il Sagittario Mantova 2011
"Figure. Opere pittoriche che raffigurano persone, a volte con tratti ritrattistici ripetitivi, incomplete o solo sue parti, che sono presenti ma che si devono ancora manifestare."
Daniela Savini è un autore contemporaneo forse "fuori dal tempo", incondizionato ed incondizionabile dai mutamenti del gusto e delle tendenze che oggi viaggiano veloci, troppo veloci per chi, come lei, vuole trasferire sulla tela i suoi pensieri e riflessioni esistenziali come ha fatto in passato quali: "Il viaggio dell'uomo - la famiglia - il corpo come involucro a tempo - solitudini ".
Ed ora continua il suo percorso artistico proponendo al pubblico presso la sala della Biblioteca Comunale di Affi, con e grazie al patrocinio del Comune di Affi, parte dei suoi ultimi lavori raggruppati sotto il titolo "Figure": l'uomo in genere alla ricerca della sua identità. Essa rimane fedele al filone del realismo esistenziale figurativo del dopoguerra in poi rivolgendo uno sguardo particolare ad uno dei suoi interpreti Alberto Sughi e ad un'altro grande artista contemporaneo l'artista bosniaco Safet Zec.
Le sue immagini vogliono rappresentare il disagio delle giovani generazioni (il proprio disagio) che stanno vivendo in un periodo di forte crisi economica (per certi versi simile a quella vissuta dai loro genitori negli anni '70), diventata sistematica tanto da toccare e minare la sfera sociale e culturale proprio per la mancanza di potere economico e decisionale.
Opere che raffigurano persone, a volte con tratti ritrattistici ripetitivi, incomplete o solo sue parti, direi sottintese cioè che ci sono ma che si devono ancora manifestare - realizzare, sono lì sulla tela dietro il grigio di torpore, come nel -non finito michelangiolesco- o in una frase dove il soggetto è sottinteso. E' come se l'occhio dell'osservatore non riuscisse a cogliere il tutto ma solo alcune parti più evidenti più nitide, riflesso di una umanità frammentaria e di una identità negata, messa a dura prova e da cui deriverebbe una solitudine d'animo. Nonostante ciò le sue tele esprimono determinazione desiderio fierezza ed allo steso tempo gentilezza d'animo come la cima di una montagna, sostantivi a cui l'artista stessa fa propri per poter realizzare il suo destino.
A riguardo riporto una frase significativa di Sabina Guzzanti sull'identità: "Cosa ci rende unici non è né la condizione di nascita né lo stato sociale né quello che comunemente si ritiene sia il sapere. L' identità è data dal coraggio di essere quello che si è e dal rispetto profondo per la propria vita e dal giusto valore che le diamo. E allo stesso tempo l'identità è l'unica vera fonte di potere degli esseri umani. Solo se si ha un'identità si può cambiare il mondo, apprezzare la vita, capire cos'è." Ancora una volta le opere di Daniela Savini non vogliono solo dilettare il visitatore ma vogliono spingerlo a riflettere e porgergli la propria visione della realtà, il proprio pensiero con una pittura semplice e tecnicamente ineccepibile.